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Assessorato alla Cultura della Città di Piazzola sul Brenta
Il settimo e ultimo appuntamento primaverile della Rassegna "PIAZZOLA LEGGE E INCONTRA 2024" vede ospite Francesco Panizzolo con "Mi chiamano Santo"
SINOSSI del libro “Mi chiamano Santo”
Padova 1944/45. Il protagonista principale del romanzo è Santo, ha quasi diciassette anni e lavora come meccanico di biciclette nello stallo di via Degli Zabarella. È un ragazzo mite, gli piace stare con gli amici, ha voglia di nuotare nei canali, di trovarsi la morosa, insomma vorrebbe fare le cose che fanno quelli della sua età. Padova però in quel tempo - siamo negli ultimi dodici mesi della seconda guerra mondiale - è presa tra due fuochi: dal cielo piovono le bombe degli aerei alleati, in terra gli uomini si affrontano nella guerra civile. La gente si nasconde nei rifugi, e così nel buio del ricovero solo l'olfatto è utile, come una bussola, per capire dall'odore chi ti sta vicino. E proprio nel rifugio lui, Santo, e lei, Regina, si incontrano: “ Gentile signorina lei forse non lo sa, ma una volta ci siamo seduti vicini nel bunker durante un allarme. Trovo incredibile che l'imprevisto abbia fatto amicizia con il caso per collocare noi due - tra le tante combinazioni possibili - uno vicino all'altra dentro al rifugio”. Santo è desideroso di crescere, di fare le proprie esperienze: “Seduto in silenzio vicino a lei sono stato rapito dal suo profumo; è per ritrovare quella stessa emozione che l'ho cercata, convinto che il profumo fosse come l'avanguardia del corteo che precede la Regina, come in effetti è”. La guerra civile è un evento drammatico, che trasforma Santo, gli fa conoscere il pericolo, anche perché lui qualche volta se lo va a cercare, curioso com'è. Santo non si sottrae al destino, fa quel che deve - è coinvolto negli scontri tra partigiani e fascisti - vive nel tempo che gli è assegnato perché è determinato a inseguire i propri sogni per farli diventare mattoni. “Mi chiamano Santo” è un romanzo corale e di formazione, i personaggi si muovono nella Padova di allora - fatta rivivere com'era per il lettore di oggi - tra inseguimenti, colpi di scena e ricostruzione di fatti storicamente accaduti. Insomma il romanzo diventa ben presto un thriller, e così ti accompagna fino all'ultima riga. La Liberazione del 28 aprile diventa un affresco di popolo e così si misura l'impaziente attesa dell'evento: ma l'attesa fa rumore? E l'attesa ha un profumo?
Debora Mazzon
Assessore alla Cultura della Città di Piazzola sul Brenta
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